martedì 24 marzo 2015

C'è di che essere Allegri

Pubblicato su Libernazione

Insinuare che Antonio Conte stia rosicando come un branco di castori del Saskatchewan è senza dubbio una supposizione che le persone di una certa classe dovrebbero astenersi dal discutere: è per questo che sono qui io. Perché dovrebbe rosicare (covare un profondo sentimento di invidia in termini da non addetti ai lavori) si chiederanno i più ingenui? Perché quando se n'è andato sbattendo la porta dalla Juventus era sinceramente convinto di essere il solo artefice dei tre scudetti di fila: non la rosa né la società, lui solo. Del resto era lo stesso atteggiamento che lo ha portato a litigare con più o meno chiunque negli ultimi tre anni anche quando indagini e squalifiche avrebbero consigliato quantomeno maggiore prudenza e nonostante figuracce in serie in Champions ed Europa League (quest'ultima snobbata nonostante la finale in casa per schierare i titolari contro il Sassuolo): atteggiamento giustificato in nome dell'essere juventino egli stesso e, per questo, molto apprezzato dalla tifoseria.

Orbene, a seguito dell'approdo del nostro sulla panchina della nazionale (con tempistiche peraltro sospettosamente coincidenti con la fine dell'avventura della compagine azzurra al mondiale carioca), il signor Allegri Massimiliano è subentrato sulla rovente panchina circondato dallo scetticismo ove non dall'ostilità: difficile immaginare una scelta più gradita per il nostro, convinto, come molti di noi, delle imminenti sventure in predicato di abbattersi sul malcapitato Allegri e sulla bianconera compagine tutta.
Eh eh eh...
Ecco, otto mesi dopo la Juve ha stravinto lo scudetto, ha asfaltato il Borussia Dortmund agli ottavi di Champions e ha pure beccato il Monaco ai quarti; Allegri ha iniziato giocando come Conte ed ha gradualmente adattato la squadra alle sue idee, ha inserito i nuovi giocatori (Evra, Morata, Pereyra), valorizzato i vecchi (Marchisio) e sopperito a mancanze, in altre ciscostanze, fondamentali (Barzagli, Asamoah): in soldoni ha portato la Juve ad un livello superiore soprattutto dal punto di vista mentale mentre la concorrenza si disintegrava. E Conte? Conte si fa i dispetti da scuola media con la Juventus, litiga con tutta la Serie A, ospita Lotito nel ritiro della nazionale e si addormenta ogni notte in posizione fetale assaporando il sapore salmastro delle proprie lacrime.

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